Al rientro in ufficio, il lunedì mattina, la domanda è di rito. “Sei stata al mare, vero?”. Molla scatenante del ricorrente quesito è l’abbronzatura che, nonostante la protezione 50+, attira l’attenzione. Quello che non balza all’occhio – per fortuna! – è l’intermittenza del colorito. La gamba è brunita fino a metà coscia e presenta un definito pallore orizzontale in corrispondenza delle caviglie. La schiena proprio no. Non si può vedere: mentre le spalle sono abbastanza omogenee, le scapole iniziano a mostrare un intrico di strisce bianche. Ma cosa ho combinato? Sono andata in montagna: niente bikini, ma calze, canotte e pantaloncini. Ma non ci vivi già in montagna? Sì, ma qualche weekend me lo concedo su altre montagne. In questo caso: Valle d’Aosta.
Frequento Vetan, una frazione di Saint Pierre già da qualche anno. Per le escursioni, mi sono imbattuta nel portale amatoriale TheFlintstones.it. Leggo le relazioni, assegno like ai post sui canali social collegati e salto da un link all’altro (e ce ne sono tanti: dal meteo agli eventi, alle cartoline fino al quiz sulla Valle d’Aosta!). Poi capito sulla pagina chi siamo. E mando un messaggio: perché non ringraziare dal vivo Federico Gilardi, l’ideatore di questo strutturatissimo sito online da ben 18 anni!?
Appuntamento. È sabato, ci scapicolliamo in una salita su un monte fuori dagli itinerari più battuti, il Mont Crammont poco sopra la nota località di Pré Saint Didier. Anche Federico, il “koala”, è fuori dagli schemi. Nell’era degli influencer, non persegue la fama virtuale: semmai cerca di sedare la fame, quella reale, con gran tocchi di strepitose “tume” che ci hanno portato i fratelli biellesi Matteo e Gianluca. Contro un consumo mordi-e-fuggi, Federico mostra invece una lunga e solida frequentazione del territorio valdostano, in tutte le stagioni.
“Per sciare o fare trekking dovevo consultare diversi siti e reperire differenti informazioni, dallo stato della neve alle aperture delle strade. Ho creato TheFlintstones.it per raccogliere tutti questi elementi e facilitarmi la vita. Poi mi sono accorto che era d’utilità anche agli altri e, negli anni, è cresciuta una community che usa il web come punto d’avvio per poi ritrovarsi offline, con sci, ciaspole e la cara vecchia mappa di carta”.
Il passaggio dal digitale al reale mi affascina. Ci penso sù. Qual è l’immagine mediatica della Valle d’Aosta? Quali sono i simboli che vengono veicolati dal web a migliaia di turisti e che contribuiscono alla creazione del loro immaginario su questa regione? Se digito sul motore di ricerca. Ecco i 3 primi risultati.
#1 Il forte di Bard
Il Forte di Bard ha subito una progressiva sovraesposizione mediatica, complice un’efficace campagna promozione online ed offline. Nel 1990 il complesso è stato acquistato dalla Regione e la società Finbard ne ha programmato e gestito gli interventi di restauro, resi possibili grazie al contributo finanziario del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e del Fondo di Rotazione Statale nell’ambito della riconversione delle aree in declino industriale. Risultato? 3600 metri quadrati di aree espositive che, fin dall’apertura nel 2006, hanno modificato l’immagine facendone un contenitore ed aggregatore culturale per eventi, mostre e workshop. Complice la posizione strategica ed una promozione efficace, in pochi anni è diventato un luogo cult della Valla d’Aosta. La funzione iconica è stata probabilmente assodata nel 2014 con le riprese del film Avengers: Age of Ultron che hanno ulteriormente contribuito a consolidare l’idea del forte come una realtà dinamica capace di coniugare la tradizione con l’innovazione.
SPOILER: forti per natura? O forti per cultura? Sabato 1 settembre 2018 parteciperò come relatrice al convegno FORTIFICAZIONI DI IERI NEL PAESAGGIO NATURALE DI OGGI al Forte di Fenestrelle (TO) con le associazioni La Valaddo e Vivere le Alpi. Tema? Cosa rappresenta il forte nell’immaginario montano contemporaneo, all’epoca del web e del digital marketing? Tratterò del forte come centro di valorizzazione dell’identità territoriale (Finestrelle), come aggregatore di prospettive culturali eterogenee (Bard) e come emblema visivo identificativo (Chaberton). STAY TUNED !
#2 La funivia SkyWay Monte Bianco
Ricordate quel grafico a torta sui libri di geografia delle elementari? Verde pianura, giallo collina. La Valle d’Aosta era un tondino completamente marrone. La regione più piccola, percentualmente più montuosa e con la vetta più alta d’Italia. I record continuano con la SkyWay Monte Bianco, la mega opera che sul sito si propone come l’ottava meraviglia del mondo. Ok, motivi per stupirsi ce ne sono: l’ingegneria avveniristica dell’impianto, le spettacolari cabine ruotanti a 360 gradi e il panorama mozzafiato di Punta Helbronner (3.466 m). Da capogiro anche i numeri di visitatori (500.000 in due anni) e degli eventi ospitati che spaziano dai concerti alle degustazioni enogastronomiche.
#3 I laghi alpini
Terzo posto per una risorsa paesaggistica. Finalmente. In un tripudio di outdoor activities e outdoor life, non poteva non capeggiare un elemento naturale. Di laghi ce ne sono più di duecento, di varia conformazione e entità, dai più piccoli ed ameni a quelli decisamente più imbrigliati nella frequentazione turistica con cartelli illustrativi, ponti e passerelle. Tutti egualmente spettacoli ed in prevalenza di facile accesso: punto a favore per gli amanti della fotografia (che non devono sudare e sfacchinare con pesanti cavalletti e obiettivi a spalla) e per le famiglie (per i papà che non devono sudare e sfacchinare coi figli a spalla). Se siete fotografi e papà avete trovato il vostro paradiso. Tra le mete più note: il Lago Checrouit (Courmayeur), il Lago d’Arpy (Morgex), il Lago Leità (Valsavarenche) ed il Lago Leysser (Saint Nicolas). Sul sito di Federico, a questo link, c’è giusto una lista di tutti i laghi da visitare.