“E anche questo Natale se lo semo levato dalla palle”. È la battuta cult del film Vacanze di Natale 1983 che potrebbe aprire l’incontro che si terrà a Cortina d’Ampezzo mercoledì 26 dicembre 2018. La rassegna Una montagna di libri ospita infatti Enrico Vanzina per un pomeriggio revival che ci riporterà negli anni Ottanta. Ma io, che in quel mitico decennio, avevo meno di dieci anni, cosa ricordo? Le sorpresine delle merendine, i Puffi ed i cinepanettoni.
Cose sorpassate? Sicuri? Proprio in questi giorni a Milano, si inaugura la mostra Reality 80 tutta dedicata alla Milano da bere di quegli anni. La montagna immortalata dai Vanzina rivive nel singolo Settimana Bianca, uscito per il weekend dell’Immacolata, start della stagione sciistica. Autore il trio Il Pagante, composto da Roberta Branchini, Federica Napoli e Eddy Veerus.
Il video si apre sulle piste innevate a fare da sfondo al titolone che utilizza gli stessi font (per gli appassionati, ne trovate una versione gratuita qui). Penso a quanto gli anni Ottanta abbiano contribuito ad “impacchettare” realtà in prodotti, creando logotipi e brandmark. E a come le produzioni cinematografiche abbiano inciso sulla nostra immagine del turismo invernale. Ma dopo 35 anni come sono cambiate le settimane bianche?
Dalla Ferrari al SUV
Io ce l’avevo. Rossa, fiammante. In scala 1:100. Era l’icona del desiderio. Adesso tra il car sharing e l’elettrico tramonta il sogno della fuoriserie in città. In montagna invece il mezzo motorizzato tiene ancora botta. Meglio se grande, grandissimo, fuoristrada o SUV. Lo sapevate che su alcune strade carrozzabili delle nostre Alpi esistono servizi fotografici appositamente destinati a chi transita con l’off-road? Non la foto-ricordo in vetta, ma lo scatto del passaggio in auto con tanto di sorrisi dietro ai finestrini. Buffo? C’è anche chi trova stramba l’Ape Car che – almeno nella mia valle – rimane il mezzo di trasporto tanto agognato da tutti i quindicenni, pronti a customizzarla al limite dell’imbarazzante con adesivi, fari e casse.
L’intramontabile giubbotto
Piace. Piace sempre. Il “giumbotto” di Enzo Braschi al Drive-in rimane un oggetto simbolo della vacanza luxury in quota. Nel video troviamo il brand Colmar con la Capsule Collection 2018-2019 creata da Van Orton Design. Stilisti tedeschi? Macchè: due ragazzi della mia valle, di Rivoli, Marco e Stefano Schiavon, classe 1983 ed un grande spirito creativo (grafico e musicale). Il must anni Ottanta del pelliccione è in ribasso. E meno male: ci sono voluti più di trent’anni per capire quanto fosse anti-ecologico (oltrechè brutto, anti-estetico e pure un pò anti-igienico: la giacca la butti in lavatrice; ma il visone? Lo strigli? Lo pettini?).
Ostriche e champagne
Minestra e patate. Questo è il binomio che dovrebbe a pieno titolo comparire nei menù di montagna fedeli alla tipicità gastronomica. Ma che fare quando è dicembre e “Milano è sul Mont Blanc” come recita la canzone? Ci si adatta. I ristoratori di montagna si ingegnano e studiano le abitudini cittadine più alla moda. Ed ecco le serate ostriche e champagne con tanto di sciabolata (nel video viene fatta con la lamina dello sci: cerco chi possa replicare senza danni a cose o a persone). Dalle mie parti si moltiplicano anche le serate sushi con delle micro-porzioni preconfezionate di pesce crudo. Mio papà, palermitano trapiantato a mille metri d’altitudine, proprio non si capacita della contaminazione culinaria: che se ne andassero al mare a mangiare il pesce! – Papi, il sushi lo fanno in Giappione però! – E che se ne andassero in Asia allora!
La Spa
Non è società per azioni, ma salus per acquam. Se fino a qualche tempo fa le terme erano roba da vecchi, magari un pò acciaccati, oggi il centro benessere diviene il complemento irrinunciabile per ogni settimana bianca. In questo articolo dell’anno scorso Vanity Fair ci racconta le migliori 10 Spa delle nostre montagne. Non solo sauna, come nei film di Boldi e De Sica. Le località turistiche alpine offrono una gamma sempre più varia di trattamenti legati al benessere: dal bagno di fieno mutuati dalla tradizione contadina alla bio sauna detox alle erbe d’altura, dai bendaggi all’olio essenziale di pino mugo fino al trattamento anti-age alla stella alpina.
…e quindi?
Non faccio un puppozzo moralista. C’è già Aldo Grasso che nei film dei Vanzina non vede che un distopico premonitore di gentismo. Credo che fermarsi a riflettere sulle prospettive offerte dai media possa aiutarci a capire come è strutturato il nostro immaginario e, di conseguenza, il nostro modo di agire. Cosa ci dice la divertente riproposizione de Il Pagante delle Vacanze di Natale? Che, sotto sotto, i trend degli anni Ottanta non sono cambiati poi così tanto. E tra altri trentacinque anni? Se non modificheremo radicalmente le nostre abitudini ed i nostri consumi, forse la neve la vedremo solo sullo schermo. La sfida dell’ambientalismo contemporaneo è creare immagini che spronino al cambiamento e che coinvolgano con la forza dei tormentoni, delle mode, della pubblicità.