Secondo il CNR-ISAC di Bologna il 2018 è stato l’anno più caldo in Italia. Ce lo dice l’aggiornatissimo portale meteorologico Nimbus. Ce lo dice l’evidenza dei cambiamenti climatici, l’allerta siccità in Piemonte (ed i puntualissimi incendi in Valle di Susa). Ce lo dice anche la tv? Titolone: The Hottest Winter. Bene, un programma sul riscaldamento globale! Eh, no. Un reality sulla montagna invernale che gioca sul superlativo “caldissimo” come metafora di passione incendiaria e di acceso interesse. Lo ammetto: mi son persa l’esordio della web-serie ideata da Stefano Bidini di Plus Production trasmesso nel 2016 su Mtv. Dopo Cervinia e Courmayeur, il format approda sulle Dolomiti, nella splendida Val di Fassa. Prima puntata disponibile online su Dplay a partire da martedì 29 gennaio.
È in streaming: vediamolo!
The Hottest Winter è un reality che raduna dodici influencer, tra blogger e instagrammer esperti di moda e di sport. L’obiettivo è infatti incoronare l’outfit invernale più cool (ma non era hot? Incoerenze termiche!). Ad eccezione del maestro di sci Agostino Mazzocchi, i profili dei partecipanti non hanno stretta attinenza con la montagna: chissà come si troveranno sulle piste da sci?
Andrea Melchiorre, Astol, Riccardo Gismondi, Camilla Mangiapelo… ma chi sono? Non ne conosco nessuno!
Tu no. Ma gli apostoli del web si portano dietro milioni di followers, seguaci fedeli, costanti osservatori e commentatori dei contenuti che producono e diffondono attraverso i canali social, in primis Instagram. Con le loro scelte orientano i consumi, creando nuove tendenze anche nel settore turistico. Ospitare un manipolo di seguitissimi significa amplificare la propria visibilità e appetibilità: questo ce lo dice un guru del destination management, Josep Ejarque, che al fenomeno della costruzione digitale della reputazione ci ha dedicato un bel manuale, Social media marketing per il turismo (Hoepli, 2015).
Nelle prossime puntate vedremo i concorrenti alla prese non solo con gli sport invernali da discesa a Canazei e a Campitello di Fassa, ma anche con l’equitazione presso il maneggio Charlotte Horse Riding ed il pattinaggio con tanto di partecipazione della squadra di hockey Fassa Falcons e delle ballerine della Val di Fassa Artistico Ghiaccio. Digito Valentina Vignali, giocatrice professionista di basket e modella, caposquadra di The Hottest Winter, 2 milioni di followers su Instagram. Lo scatto che la ritrae sorridente in tenuta da sci, a sole due ore dalla sua pubblicazione, ha ottenuto più di 35.000 like (dato aggiornato al 30.01.2019). Alle vertiginose statistiche dei web-influencer si aggiungono i grandi numeri degli ospiti vip tra cui l’attore Nicola Vaporidis, l’ex-portiere della Juventus Stefano Tacconi, il ciclista Claudio Chiappucci e la giornalista Claudia Peroni. Tutti personaggi con un bel mix di popolarità mediatica ed attinenza con il tema sport.
Guardiamo, commentiamo, visitiamo, impariamo.
Siamo tutti mesher. Ossia quando guardiamo un video abbiamo la tendenza ad interagire (to mesh, per l’appunto) con i contenuti veicolati: cerchiamo su TripAdvisor le recensioni del ristorante che fa da location ad una gara culinaria, lasciamo un commento sulla pagina Facebook del presentatore oppure commentiamo l’andamento della partita su Twitter. Quanto contribuiranno le 18 giornate di riprese a diffondere e consolidare l’immagine della Val di Fassa come meta accogliente per un caloroso inverno? E più in generale che ruolo gioca sull’immaginario collettivo una simile rappresentazione dell’ambiente alpino?
Una grande pervasività corrisponde alla possibilità di estendere contenuti indispensabili alla frequentazione della montagna ad un pubblico eterogeneo, non troppo avvezzo alle esigenze dell’alta quota. Nella prima puntata, ad esempio, troviamo il bel messaggio del maestro di sci Giacomo che invita alla prudenza: ci si aspetterebbe la solita esortazione all’esperienza adrenalinica ed invece troviamo ad una proposta che fa della lentezza e dell’acquisizione della tecnica un requisito essenziale per il benessere (proprio ed altrui). La sicurezza viene trasmessa visivamente dalla presenza del casco ad oggi obbligatorio solo per i minori di 14 anni (decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 299 del 24 dicembre 2005 che integra le regole di comportamento contenute nella legge n. 363/2003). Sia nello sci che nello snowboard circa 1 incidente su 7 ha come conseguenza un trauma al cranio o al viso (fonte: AdnKronos). Gli influencer ci hanno la messo la faccia, chissà che il pubblico non metta testa incrementando l’uso di questo dispositivo (il cui acquisto è decisamente accessibile, con modelli che partono dai 40 euro) . Tra le domande sulle protezioni: esiste il para-coccige? Ebbene sì.
Rimane un reality, quindi è immancabile la parte festaiola, con il dj set, lo champagne sciabolato ed annessi caciarosi. E’ pur sempre un contest legato alle votazioni del miglior look attraverso le condivisioni social (tra i brand in gara J.B4, Emù Australia, Sandqvist, O’Neill). E quindi c’è chi insorgerà con il monito della squalificazione della montagna a parco giochi della neve e della mercificazione dell’ambiente a fini di marketing. Non faccio la criticona e cerco invece di scovare le ricadute positive. Insomma: terrò d’occhio le prossime puntante. Penso che sia un pochino incoerente far uno smodato uso dei social – postando il selfie in vetta o pubblicando immediatamente la relazione dell’escursione fatta – e poi polemizzare contro i new media. Professare la “separatezza” della montagna dall’ambito tecnologico non è limitante? Forse sarebbe più utile sfruttare tutti gli strumenti del digitale che già sono in atto nel ridisegnare i profili mediatici dell’immaginario alpino. Il web è parte integrante delle nostre vite e del nostro accesso alle informazioni: tanto vale farne buon uso. Con competenza e senza pregiudizi.
…daì, una critica finale però mi scappa!
La puntata inaugurale prospetta un’innevatissima edizione. La copertura di neve naturale però scarseggia. Attendo di vedere la prospettiva che verrà data degli sport alternativi a quelli di discesa. Il titolo è azzeccatissimo: l’inverno è sempre più hot e il pubblico dovrà iniziare a modificare l’immagine di vacanza in montagna in relazione alla drastica diminuzione delle precipitazioni nevose. Ci riuscirà?